Il tabù della morte come un qualcosa di cui non parlare, non affrontare, evitare come se non esistesse, non contemplare per non spaventare, è ciò che ha reso la morte come un qualcosa di assolutamente distante spaventoso e quasi irreale. In alcuni paesi del nord Europa la morte, il lutto, fanno parte della vita è già da molto piccoli i bambini vengono portati ai funerali dei propri cari in cui si racconta non solo cosa sia la morte e perché avviene. Tutto ciò rende la morte meno spaventosa e parte della stessa vita. Anche le scelte future non vengono fatte per la paura della morte, solo scelte più consapevole e serene. Dovremmo prendere esempio e non evitare ai bambini di parlare della morte. Più la nascondi più acquisisce forza, più la eviti più diventa spaventosa e potente. Perché questo articolo unisce la morte e la separazione? Perché il dolore è simile così come lo è il modo di affrontarle.
Occorre fari i conti con “l’assenza” dovuta al venire meno quella “presenza” che riempiva spazio e tempo, ed è questo a prescindere da ogni credo che più spaventa.. È l’assenza che esalta la presenza, perchè la distanza allontana il punto di vista; lo eleva al punto da vedere le cose in maniera del tutto simile a quello che succede quando si vola in aereo in una giornata senza nubi.
Vista dall’alto, la terra non mostra discontinuità; le linee sembrano tracciate con perizia, le aree coltivate sembrano perfettamente uniformi e il panorama si presenta geometricamente armonioso. Si perde oggettività e tutto diventa meraviglioso e la perdita della persona cara diventa insopportabile. Più l’aereo si avvicina alla pista, più gli elementi che poco prima erano invisibili, cominciano a perturbare la visione. In pochi minuti, tutto ciò che era perfetto si mostra in tutta la sua imperfezione: le strade mostrano le proprie tortuosità, il terreno le proprie asperità, i colori e le forme si differenziano, l’uniformità svanisce.
Riportare l’assenza su un piano di realtà, accompagnati da un buon supporto psicologico aiuterà ad integrare le parti migliori di chi abbiamo perso che è senza dubbio la modalità più funzionale per uscire dal dolore.. Quando si è tristi ci si dà un po’ di tempo in cui semplicemente vivere quella tristezza.
C’è qualcosa di bello nel sentirsi tristi e miserabili, ed è la ragione per cui a volte sì rimane (o vorremmo restare) in quello stato per molto tempo, fino a che diventa familiare mentre uno stato diverso dal dolore spaventa in quanto diviene sconosciuto. È fondamentale quindi darsi un limite oltre il quale bisognerà impegnarsi per riprendersi. Col nostro supporto ti aiuteremo ad integrare quell’assenza fino a non percepire più solo dolore ma un nuovo arricchimento
Lutto e separazione
Il tabù della morte come un qualcosa di cui non parlare, non affrontare, evitare come se non esistesse, non contemplare per non spaventare, è ciò che ha reso la morte come un qualcosa di assolutamente distante spaventoso e quasi irreale. In alcuni paesi del nord Europa la morte, il lutto, fanno parte della vita è già da molto piccoli i bambini vengono portati ai funerali dei propri cari in cui si racconta non solo cosa sia la morte e perché avviene. Tutto ciò rende la morte meno spaventosa e parte della stessa vita. Anche le scelte future non vengono fatte per la paura della morte, solo scelte più consapevole e serene. Dovremmo prendere esempio e non evitare ai bambini di parlare della morte. Più la nascondi più acquisisce forza, più la eviti più diventa spaventosa e potente. Perché questo articolo unisce la morte e la separazione? Perché il dolore è simile così come lo è il modo di affrontarle.
Occorre fari i conti con “l’assenza” dovuta al venire meno quella “presenza” che riempiva spazio e tempo, ed è questo a prescindere da ogni credo che più spaventa.. È l’assenza che esalta la presenza, perchè la distanza allontana il punto di vista; lo eleva al punto da vedere le cose in maniera del tutto simile a quello che succede quando si vola in aereo in una giornata senza nubi.
Vista dall’alto, la terra non mostra discontinuità; le linee sembrano tracciate con perizia, le aree coltivate sembrano perfettamente uniformi e il panorama si presenta geometricamente armonioso. Si perde oggettività e tutto diventa meraviglioso e la perdita della persona cara diventa insopportabile. Più l’aereo si avvicina alla pista, più gli elementi che poco prima erano invisibili, cominciano a perturbare la visione. In pochi minuti, tutto ciò che era perfetto si mostra in tutta la sua imperfezione: le strade mostrano le proprie tortuosità, il terreno le proprie asperità, i colori e le forme si differenziano, l’uniformità svanisce.
Riportare l’assenza su un piano di realtà, accompagnati da un buon supporto psicologico aiuterà ad integrare le parti migliori di chi abbiamo perso che è senza dubbio la modalità più funzionale per uscire dal dolore.. Quando si è tristi ci si dà un po’ di tempo in cui semplicemente vivere quella tristezza.
C’è qualcosa di bello nel sentirsi tristi e miserabili, ed è la ragione per cui a volte sì rimane (o vorremmo restare) in quello stato per molto tempo, fino a che diventa familiare mentre uno stato diverso dal dolore spaventa in quanto diviene sconosciuto. È fondamentale quindi darsi un limite oltre il quale bisognerà impegnarsi per riprendersi. Col nostro supporto ti aiuteremo ad integrare quell’assenza fino a non percepire più solo dolore ma un nuovo arricchimento